25.7.24

IL FIORE AZTECO / TRADUZIONE DI GIOVANNI BARONE

"I migliori rapporti sessuali che ho avuto con la mia mano destra li devo a “il fiore azteco”. Ma non a quel fiore di cui raccontava mia nonna, quello del Parco Giapponese (una testa parlante su un vassoio); mi riferisco a quello che è disegnato nel libro di magia, sorridente, con gli occhi neri e le braccia incrociate, mezzo corpo sezionato su un tavolino. L’illusione è quella di metà donna viva, dal punto vita in su. Si vedono le quattro gambe del tavolino (è la cosa più difficile, a me ne rimangono sempre tre, per la non corretta disposizione degli specchi) e il taglio del corpo, diciamo, la sezione, appoggia su un vassoio da cameriere. La mezza donna indossa  un piccolo top con un volant che lascia supporre la forma del suo minuscolo seno. Incrocia le braccia sotto quelle tettine. La pelle ha il colore giallo dei fogli del libro, come la pelle del tavolino. Sembrano pergamene.

     Amo quell’adolescente della pagina 226; l’ho sempre desiderata. E lei tranquilla, muta, stampata nel foglio. Senza gambe, senza fianchi. Trenta linee curve e due macchie negli occhi."


Prima parte nel Mandarino.




22.7.24

LA FLOR AZTECA AL ITALIANO / TEMPESTA EDITORE

 


Mi parte Scelatto de la vida disfruta profundamente: sale Il fiore azteco en la tierra de mis ancestros maternos. La traducción es de mi amigo Giovanni Barone. La editorial se llama Tempesta, y tiene unos libros preciosos.

Alegría del cronopio.