16.1.25

LIBROS QUE AYUDAN A COMPRENDER LA REALIDAD / SILVINA FRIERA

 "El Fondo de Cultura Económica (FCE), que celebrará su 80 años de vida, sostiene “un renovado compromiso” con la ficción contemporánea argentina. Entre las novedades para este año confirman Si estás leyendo esto, de Kike Ferrari; Todavía tengo algo que decir, de Florencia Gómez García; La parte del sonambulismo, de Nicolás Hochman; Los acontecimientos, de Ramiro Sanchiz; El señor Kreck, de Juan Octavio Prenz; La tercera aberración, de Flor Canosa; y Los mundos anteriores, de Gustavo Nielsen."

En Página 12.

13.1.25

IL FIORE AZTECO / GIANNI BARONE

"Oggi vorrei proporre un breve testo che Gustavo Nielsen, l'autore de "Il fiore azteco" (Tempesta Edizioni), ha scritto dopo i tanti commenti al suo romanzo pubblicati su questo social.
L'ho tradotto sperando di essere riuscito a rendere i sentimenti controversi (dolore, rimozione, sensi di colpa) che Nielsen nel tempo ha provato e che certe memorie fissate ne "Il fiore azteco" contribuivano a risvegliare. Questo scrive Gustavo:
Hola mis queridos lectores italianos, non potete immaginare quanto mi rendano felice le vostre recensioni e i commenti a "Il fiore azteco" nei blog e nei media.
Voglio che sappiate che le cose più tristi del romanzo sono reali e autobiografiche -l'arruolamento per il conflitto delle Malvinas e la morte precoce del mio amico Quico (Carlos nel testo)-, e che la tristezza che questi due avvenimenti hanno continuato a produrre nel corso della mia vita ha fatto sí che io non abbia più voluto parlare di quel romanzo (una sorta di rimozione) fino a poco tempo fa.
Peró ora molte cose sono cambiate: devo riconoscere che mi sono sentito onorato per la pubblicazione del libro nel paese di mio nonno Vicente e credo anche che la traduzione e le buone crítiche abbiano contribuito a farmi superare il mio trauma. Mi ha aiutato molto vedere il testo e i vostri commenti in una lingua diversa dalla mia e sto accettando con più consapevolezza tutto ciò che mi era accaduto in quegli anni: la traduzione provoca un distacco, una distanza (lieve perché tra italiani e argentini ci capiamo facilmente) che facilita l'attenuazione e l'oblio.
Oggi Il fiore azteco che ho qui con me nell'edizione di Tempesta scioglie i nodi della mia memoria e finalmente mi regala serenità; ora può circolare il più possibile, in ogni luogo, perché ovunque si possa leggere del dolore di un ragazzo di 18 anni arruolato per farlo combattere in una guerra assurda.
Credo, ora più che mai, di aver lasciato un granello di sabbia in quella spiaggia di fronte alle isole, un granello minimo ma ricco di senso e di valore. Voi mi avete aiutato a ritrovarlo. Grazie."

9.1.25

LOS LIBROS QUE LLEGAN EN 2025 / AGUSTINA LARREA PARA EL DIARIO AR

"Como parte de los festejos de los 80 años de presencia en el país, Fondo de Cultura Económica adelantó que seguirá apostando por la literatura nacional. “Nuestro 80° aniversario será un año de celebración con actividades especiales y un renovado compromiso con la ficción contemporánea argentina. Entre las novedades del programa editorial 2025 destacamos: Si estás leyendo esto, de Kike FerrariTodavía tengo algo que decir, de Florencia Gómez GarcíaLa parte del sonambulismo, de Nicolás HochmanLos acontecimientos, de Ramiro SanchizEl señor Kreck, de Juan Octavio PrenzLa tercera aberración, de Flor Canosa; y Los mundos anteriores, de Gustavo Nielsen, entre otros títulos”, informaron en un comunicado."

Qué leer.

8.1.25

"EN EL LEGADO DE MAFALDA" / MARÍA CATERINA PREZIOSO


 "Il fiore azteco è un romanzo magico e irriverente nato dalla penna dell’argentino Gustavo Nielsen come solo una scrittura latino americana ci può donare. Tradotto con maestria da Giovanni Barone esce con Tempesta Editore una piccola casa editrice indipendente, piccola ma solida che ha fatto della propria necessità di esplorare il mondo dei diritti civili un proprio marchio di fabbrica.
La prima copia stampata il 30 settembre del 2024 non è una data a caso, Il fiore azteco esce nel giorno nel quale, nel 2020, muore a ottantotto anni, Quino il fumettista argentino “padre” di Mafalda. Le strisce di Mafalda, Libertà, Manolito, Felipe, Susanita, Miguelito, ci hanno fatto tanto sorridere e riflettere su una realtà non solo argentina ma che è diventata assolutamente “universale”, capace di parlare agli adolescenti di allora e agli adulti di oggi, cibo per la mente del quale oggi più che mai se ne sente il bisogno. Ed è la stessa sensazione che si ha leggendo Gustavo Nielsen che sembra conoscere le parole giuste, esatte per farci entrare con delicatezza sfrontata nel mondo di Fabio il protagonista de Il fiore azteco."

7.1.25

"FABIO, UN HOLDEN CAULFIELD QUE HABLA ARGENTINO" / DARIO ZIZZO

 


"Buonasera, in questo sabato italiano, come canterebbe Sergio Caputo, scrivo le mie considerazioni su 'Il fiore azteco’ dello scrittore argentino Gustavo Nielsen, tradotto in italiano da Gianni Barone. Stiamo parlando di un romanzo di formazione, con uno spiccato carattere comico secondo me, una comicità plautina direi, anche se ciò non lo rende immune da una malinconia che ne costituisce quasi una seconda pelle; talvolta le due cose s’intersecano e finisci col ridere anche su un letto d’ospedale; c’è, potremmo dire, il riso commosso che puoi trovare nelle grandi opere, perché la vita questo è, uno strano, innaturale connubio tra risate e lacrime.

Il protagonista, Fabio (suo il punto di vista), è un ragazzo argentino con la passione dei giochi di magia, in particolare per il fiore azteco, una donna che vede raffigurata, solo nel suo busto, in un libro sulla prestidigitazione.
Come tutti i suoi coetanei, attraversa la turbolenza ormonale, sperimentando un sesso onanistico, che ha, come oggetto contemplativo, una ragazza, Maria Marta, sorella di Carlos, suo migliore amico, con doti da contorsionista, e non solo; ma c’è anche spazio per la tenerezza, quella delle parole di Fabio davanti a una ragazza mentre gli dà le carte: “...sfiorare le sue dita al passaggio delle carte, socchiudere gli occhi sentendo quell’infinitesima carezza, quella minima richiesta di pelli che non si sono ancora baciate, che non si sono amate.”
Il romanzo non di rado è popolato da un’umanità variopinta, parte della quale assiste allo spettacolino di magia messo su in un garage: “C’erano anche il vicino dell’angolo, la pettegola che abitava a metà della strada, col suo fidanzato pieno di soldi, i fratellini Martinez, la cilena dell'alimentari, le sorelle Rapazzo (la più grande con un bebè in braccio), la ragazza che abitava di fronte, anche lei madre single ma che aveva ceduto il bambino a una coppia ed era caduta in depressione, la vecchia Lavandina e la nonna. Il barbone che abitava nella stessa strada dava un’occhiata alla porta del garage senza entrare. Una questione di odori ci allontanava dal suo corpo, per questo non lo facevamo entrare”.
Il gioco di prestigio del fiore azteco è talmente un’ossessione per Fabio che, durante la naia, nell'incontro con una prostituta, il primo con una donna, viene accarezzato dall’idea di riprodurlo con lei, piano poi scartato per la presenza di fango nei suoi piedi, cosa che non avrebbe reso onore al numero di magia; tra l’altro, particolare gustoso, da commedia sexy all’italiana (una di quelle sul mondo militare per l’esattezza), a pagare la marchetta è un sottoufficiale che alla fine offre a Fabio anche un gelato, una sorta di premio.
L’ opera parla pure del conflitto anglo-argentino per la contesa delle isole Malvine, nei primi anni Ottanta; alla drammaticità delle sorti dei soldati argentini che sono nel teatro di guerra si oppongono le vicende più amene, ridanciane, di quelli (tra questi Fabio) rimasti in patria, si pensi alla moglie del tenente, sempre truccata vistosamente, che lo chiama "bonbon".
La magia attraversa questo splendido romanzo (che ci dimostra ulteriormente quali doni ci sappia portare la letteratura latinoamericana), non solo quella dei giochi di prestigio, ma anche e soprattutto quella della gioventù a cui appartengono i suoi personaggi principali, la gioventù col suo sesso alle volte più immaginato che consumato (come in questo caso), con le grandi amicizie, quelle del “saremo amici per sempre”, come nel caso del legame tra il personaggio principale e Carlos, una storia nella storia.
Nel corso del romanzo noi vediamo crescere Fabio, forse solo anagraficamente, perché essenzialmente resta ancorato ai suoi sogni erotici adolescenziali; Fabio, forse, è un ragazzo che non vuole crescere, un Holden Caulfield che parla argentino."