21.11.24

IL FIORE AZTECO / GIANNI BARONE

 

"Non amo parlare di libri che ho tradotto io (e che in qualche modo sento come miei): preferirei che lo facciano altri, ma stavolta farò un'eccezione. So che è sempre rischioso proporre autori inediti in Italia, anche se possono vantare una tradizione letteraria di altissimo livello come quella argentina, ma è un rischio che ho corso volentieri, cercando di puntare sugli aspetti forti della scrittura di Gustavo Nielsen: ironia, comicità a volte spudorata, fantasia visionaria, nel contesto degli anni più tragici della repubblica Argentina, presentati senza sconti nel loro aspetto più assurdo e allucinato. Mi piacerebbe che "Il fiore azteco" fosse accolto dai lettori con interesse perché è un romanzo che diverte e commuove e, soprattutto, prende le mosse da un'idea forte: in una realtà fatta di soprusi, corruzione, miseria morale e lotta per la sopravvivenza, meglio rifugiarsi nella magia e nel sogno come fa il maghetto Fabio fin da piccolo, anche se i sogni possono diventare ossessioni. Una posizione, questa, che quattro secoli fa fu anche quella dell'eroe di Cervantes che -per fuggire dalle miserie della realtà- sceglie di rifugiarsi nei mondi paralleli della follia. Pur nelle ossessioni e nelle monomanie, pur nelle relazioni irrisolte con l'altro, accettare la propria solitudine esistenziale -nell'impossibilità di lottare per il cambiamento- per Nielsen è meglio che soccombere a una realtà frustrante e violenta nella quale non ci si può né ci si deve riconoscere."

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